Gianfranco Ferraro
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Numeruomini

Ci fu un tempo, in cui il sole, la luna e le stelle producevano un suono misterioso che influenzava il mondo e tutti coloro che vi abitavano.
Colori diversi; culture diverse: il mondo era diviso in regni, governati dalle leggi della condivisione e dell'armonia.
Ogni differenza era preziosa, poiché l'incontro tra genti diverse e luoghi diversi
generava il nuovo e l'equilibrio si perpetrava.
I governanti dei Regni del Mondo, praticavano la Virtù dell'Accoglienza: si aveva molta cura e rispetto per i viaggiatori e gli stranieri, poiché si credeva potessero essere divinità con sembianze umane.
E al momento di ripartire l'ospite riceveva un “dono di commiato”, a dimostrazione di quanto il padrone di casa fosse stato onorato di quella visita.
Ma il mondo cambiava: l'avidità e la sete di potere si insinuavano nel cuore dei governanti e alcuni di essi, dimentichi degli antichi valori, iniziarono a riversare le loro brame su gli altri regni e persino sul proprio popolo.
Il tempo dell'Armonia era finito per sempre.
In molti abbandonarono la propria terra, separandosi dai cari, viaggiando per terra e per mare, alla ricerca di un luogo dove ritrovare la pace, dove ritrovare l'antica virtù dell'accoglienza.
Una speranza dimorava negli occhi di chi partiva: Il “Grande Regno Azzurro”!
Si diceva che fosse quello il luogo in cui poter vivere e lavorare secondo gli antichi valori.
Ma il male era giunto anche lì.
Le differenze, un tempo doni preziosi, erano temute e additate e il sospetto avvelenava gli animi.
«D’ora in avanti questo sarà il Regno dei Numeri!» proclamavano alcuni governatori di quel regno tanto ambito.
«A ciascun viaggiatore che giungerà qui verrà dato un numero al posto del nome».

I numeri non hanno nome né storia; i numeri non si accolgono si contano.

«53, raccogli le tue scarpe e mettiti in fila».
«27, credi di stare nel tuo paese?».
«12, fai un passo avanti …!»

Ma non tutti gli abitanti del Regno Azzurro si arresero a questa scelta.
Memori degli antichi insegnamenti, alcuni di essi si riunirono nell'Alleanza e decisero di ascoltare le storie di quei giovani viaggiatori approdati nel grande Regno Azzurro dopo un viaggio lungo e tragico.
«13, come ti chiami? Da dove vieni?»
«Mi chiamo Amir e vengo dal Regno delle Sabbie Ocra.
Il capo del mio villaggio, con il consenso degli anziani, offriva i giovani in sacrificio per ottenere ricchezze.
Così, una notte sono fuggito e ho viaggiato a lungo per arrivare fin qui».
«E tu, come ti chiami?»
«Io sono Faraji e vengo dal Regno dei Giganti Verdi.
Un giorno il mio re è impazzito: non faceva altro che abbuffarsi mentre tutti noi morivamo di fame: ho visto i miei fratelli morire.
Sono venuto nel Regno Azzurro per crescere e diventare forte, solo così potrò aiutare la mia gente».

«E voi?»
«Io sono Keita»,
«Basri», «Obasi», «Darian”, «Talib».

Ognuno di essi aveva una storia unica e portava un bagaglio di dolore troppo pesante per la sua giovane età.
Come avrebbero potuto aiutare quei ragazzi? Farli sentire a proprio agio, mitigare le sofferenze del passato, consentire loro di rivelare la propria unicità?
Dopo giorni di consiglio stabilirono che avrebbero siglato un patto…un accordo solenne che sancisse l’impegno di quei giovani a costruirsi un futuro migliore… ciascuno secondo le proprie doti e aspirazioni, sotto la guida dei sapienti maestri del regno.

«Oggi firmeremo un patto di accoglienza e di amicizia! – esordì così una delle donne dell'Alleanza – se davvero lo volete… ci impegneremo a realizzare i vostri sogni. Incontrerete uomini e donne che capiranno i vostri talenti. Imparerete la nostra lingua E i maestri vi insegneranno antichi e nuovi mestieri».
I giovani viaggiatori, se pur confusi e increduli, erano certi di aver compreso una cosa: quelle persone volevano realmente aiutarli.
Tutti decisero di impegnarsi seriamente per dimostrare di meritare quella occasione.

«Dunque Basri, mi sembra di aver capito che a te piacerebbe fare il falegname»
«È vero!»
«Io adoro la matematica», «Io invece vorrei fare il fabbro» continuavano Ammar, Talib e Bores.
«Badate bene: i saggi vi istruiranno sulle nostre leggi perché possiate conoscerle e rispettarle e vivere e prosperare in questo regno».

Quale è la risposta?... Falla domani… Ok, stasera non ce la faccio a fare la pizza…
E così… iniziarono il loro apprendistato.

Impararono a leggere la lingua del regno e a scriverla...
...nuovi segni, nuovi suoni, una musica nuova...nella voce della loro Maestra
Tantissime nuove parole si imprimevano a poco a poco nella mente...
...e nel cuore la gioia di poter comprendere e farsi comprendere sempre meglio...
...così, nella fucina del Mastro Fabbro ciascuno di loro avrebbe compreso le parole di quell'uomo che, in una selva di strumenti e attrezzi, li avrebbe condotti con pazienza a scoprire la magia del fuoco e del metallo.
Nella bottega del Falegname poi, il Mastro avrebbe insegnato loro a capire ed amare il legno, ad apprezzarne il profumo e a farne cose utili e belle.
Tra un corso e l’altro, un gioco e quattro risate, la vita ricominciò a scorrere serena per quei giovani…fino al giorno in cui ognuno di loro avrebbe ricevuto un dono

«La Pergamena dell'Alleanza», simbolo di impegno, riscatto, di vita nuova.
Una Pergamena con il loro NOME.
Da allora nessuno li avrebbe più contati e tutti vissero nell’armonia, nel rispetto e nella certezza
che l’Antica Virtù dell'Accoglienza salverà il mondo dalla rovina.

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